Fucking reggaeton….La ignoracia no mata al pueblo pero tampoco lo salva

Se pensate che una delle più feroci contrapposizioni nella società venezuelana sia quella tra chavisti e esqualidos, significa che non avete mai parlato di musica con i ggiovani caraqueni.

I ggiovani di Caracas si dividono tra quelli che sculettano gioiosi sparando il reggaton a palla in ogni dove e quelli che odiano il reggaeton e si proteggono (dal colpo di cassa che dura una semiminima puntata, un colpo di rullante
della durata di una croma, un colpo di cassa di una semiminima e un
colpo di rullante anch’esso di una semiminima
) rifugiandosi, fiera minoranza, nei propri auricolari.

Il Reggaeton è ovunque. Nei centri commerciali, negli stereo scalcagnati dei venditori di cd pezzotti, nei cellulari a viva voce che la gente impone in metropolitana, in ogni festa, bivacco, assembramento di due o più persone. La vecchia salsa si difende ma l’avanzata del reggaeton è inarrestabile è un fenomeno continentale, mondiale, globale.

Chi odia il reggaton lo odia di un odio feroce.

Ne ho avuto una prova al concerto di chiusura della campagna elettorale organizzato dalla gioventù socialista. Prima dei Moltov dei Van van dei Wailers e degli Skap uno dei miti internazionali del genere, Tego Calderón, è stato talmente fischiato da essere costretto ad interrompere l’esibizione.

I gggiovani alternativi intorno a me erano infuriati. Io non capivo.

Il processo bolivariano è EVIDENTEMENTE e principalmente forte del solido appoggio popolare. Al popolo piace il reggaeton, diamogli il reggaeton…pensavo. Se poi questo vecchio portoricano è solidale con il processo e,come mi dicevano, aveva dei testi non omofobici e misogini….qual’è il problema? Orsù un pò di tolleranza! [scoprirò solo dopo sulla rete che collabora con quello schifoso di Buju Banton]

No. Quando agitavo questi argomenti con i giovani punk -impegnati a fischiare e urlare tutta la loro disapprovazione- non riuscivano a rispondermi tanta la rabbia. Tu, tu non capisci… mi ripetevano.

Ne facevano una questione di "spazio vitale" di geografie del divertimento. Anche qui, no, quella merda portoricana no.

Alla fine li ho capiti.


Due gli episodi che mi hanno convinta:

1) Ad uno spettacolo di circo per bambini il clown chiama un gruppetto di bambini in pista. Parte la musica, c’è bisogno di specificare il genere???, è una gara di ballo. Eccolo il famoso "perreo". Vederlo fatto dai bambini è t-e-r-r-i-f-i-c-a-n-t-e!  Non mi sono sentita così "disapprovante" in vita mia. Dieci piccoli e piccole si contorcevano come nei peggiori video musicali, mimavano un numero imprecisato di posizioni sessuali, povere anime innocenti. Che la sessualità sia latente in quella fase dello sviluppo infantile non mi pareva più così evidente. La vincitrice una nanerottola di manco 5 anni si muoveva che nemmeno in un bordello tailandese. Nonostante mi sia sforzata di approfondire, contestualizzare, inquadrare culturalmente questo fenomeno, non ci sono riuscita. Era orribile.

2) E’ notte. Viaggiamo su un popolarissimo autobus notturno che ci porta in luogo x del Venezuela. Tipica corsa in bus venezuelano: aria condizionata a palla, guida a dir poco sportiva, musica a tutto volume. Voglio essere elastica, non voglio fare la straniera che pretende che le cose attorno a lei si adattino. Non voglio spiegare che ci deve essere del sadismo collettivo per viaggiare con 40° all’esterno, con una temperatura così bassa all’interno che non si riesce a dormire dal freddo (nonostante felpa e sacco a pelo) e con il rischio di collassare per il cambio della temperatura sul primo scalino in uscita. Ma PERCHE’ sono costretta a sopportare le vocine di 4 incolti portoricani che in lunghissimi 6.44 mi propongono le loro fini riflessioni sul tema aborto/madre assassina/padre mancato rammaricato

Se Nek vi ha dsgustato con il suo "Lui vive in te", leggete la raffinatezza e pregnanza degli argomenti degli Adventura:

"Quello che hai fatto non lo giustifica Dio
hai tolto la vita a un bambino senza ragione
forse sarebbe potuto essere un calciatore, un ballerino di bachata qualcos’altro […]
forse sarebbe potuto diventare un modello, qualcosa di importante […]
Dio deve comandare un castigo a donne come te
"

Questo era evidentemente troppo. Che il popolo si adatti.

Così mi sono trovata arruolata tra i militanti anti-reggaton.

Nel mio lettore mp3 come in quello dei giovani bolivariani l’inno "Fuking reggaeton" canzone-manifesto dei Dame pa
matala.

"Dime lo que escuchas y te dire quien eres
Mi pana ya has algo productivo o es que tiene problema psicosexuales
La ignoracia no mata al pueblo pero tampoco lo salva"

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